“Riccio si sentì costretto a raggiungere un compromesso con se stesso, capì che era necessario dare una fine alla sua inesistenza, cambiare quello che era stato fatto, abbandonare quello che per lui aveva avuto un significato, che aveva inciso violentemente nella sua vita impadronendosi dell’inconscio troppo debole per capire che doveva scappare dagli abissi della tristezza.
Riccio continuò a credere nel destino, cercando il posto giusto in cui trovare qualcuno al momento giusto, aspettando qualcosa senza cercarla mai davvero e seguendo inconsciamente quella sequenza di attimi che avrebbero potuto cambiare l’andamento delle cose; senza porsi domande; senza ascoltare consigli; senza dare ragione a nessuno; senza accontentarsi; senza pensare alle conseguenze; senza avere dubbi e senza ripensamenti, cercando di dominare i suoi momenti.
La soluzione migliore per lui sarebbe rimasta sempre la più semplice da pensare, ma la più drastica da effettuare. Ora che aveva frantumato tutto non poteva incollare pezzo per pezzo, poteva solamente distruggere in pezzi più piccoli e ricominciare tutto dall’inizio. Si può avere l’idea, ma bisogna avere il coraggio di prendere le decisioni.”
[La bestia non corre – p.121]