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Disabilità e mare accessibile. In Sicilia 10 nuove spiagge senza barriere

Via ai lavori di accessibilità e aperto il bando per tirocini negli impianti balneari beneficiari del progetto Tourability nelle spiagge tra Catania e Palermo

Ottime notizia dal fronte mare accessibile. Per la stagione estiva 2024 il progetto siciliano Tourability coinvolgerà 10 spiagge tra Catania (Plaia) e Palermo (Mondello), allo scopo di potenziare il turismo accessibile, attrezzando i litorali siciliani per renderli inclusivi.

I SERVIZI
Le spiagge del progetto Tourability, finanziato dalla Regione Siciliana, sono state selezionate attraverso bando. Le 10 location, oltre ad avere il parcheggio riservato e la disponibilità di servizi igienici attrezzati secondo la normativa vigente per le persone con disabilità saranno ottimizzate con nuove passerelle antiscivolo in legno di pino auto-clavato, le carrozzine per accesso al mare “sand and street”, gli ombrelloni, sdraio funzionalikit di salvataggio necessari per rendere le giornate estive più divertenti, confortevoli e sicure anche per le persone con disabilità.

LE SPIAGGE DEL PROGETTO
I lidi selezionati dal progetto Tourability sono:
– lungo la Plaia etnea: il Lido America, la Colonia Don Bosco, il Lido le Palme, il Lido Polifemo e il Lido Sablè Sale;
– nel litorale di Mondello a Palermo: il Lido SirenettaLido Acqua Marina, i due Lidi dell’Ombelico Del MondoMondello MIA.

RAGAZZI DISABILI IMPIEGATI NEGLI STABILIMENTI
Il progetto non si limita ad intervenire sulle strutture, ma è previsto che verranno avviati 30 tirocini per ragazzi disabili: a conclusione del percorso formativo, questi ultimi nella stagione 2024 saranno impiegati negli stabilimenti balneari, nei servizi di ristorazione, accoglienza, sala, bar, segreteria, assistenza ai bagnanti. «La selezione dei partecipanti ai tirocini – ha precisato Francesco Cauchi, advisor del progetto Tourability – sarà gestita dal C.P.I.A. Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti di Catania che grazie a un matching tra le specifiche esigenze delle location turistiche e i profili dei candidati, costruirà nuove opportunità di esperienza lavorativa per giovani persone con disabilità nei lidi beneficiari del Progetto».
Qui il bando di selezione: scadenza invio domande al 26 maggio.

IL COMMENTO
«Stiamo procedendo con le attività previste in modo da garantire che la stagione balneare possa iniziare nel migliore dei modi. I lavori in spiaggia negli stabilimenti balneari sono già iniziati – ha affermato Agostino Sella il presidente di Don Bosco 2000 capofila del progetto Tourability – e saranno fondamentali per rendere le strutture più accessibili e fruibili anche a soggetti con disabilità fisiche e motorie».

CHI È TOURABILITY
Finanziato dalla Regione Siciliana a seguito del trasferimento delle risorse destinate agli Enti ammessi a Finanziamento per “Interventi di turismo accessibile e inclusivo per persone con disabilità” di cui al D.M. del 10 Gennaio 2022, con decreto del Dirigente Generale n. 443 del 11 aprile 2022 di cui all’Avviso Pubblico Regionale per la realizzazione del progetto denominato “SICILIA TUTTINCLUSI”. Sono partner del progetto: Associazione Don Bosco 2000 impresa sociale capofila del progetto, Centro Provinciale Istruzione Adulti Cpia Catania 2, Spazio 47 e Sindacato Italiano balneari, Lido Spiaggia Mia Mondello, Lido Le Palme, Associazione Siciliana Medullolesi Spinali, Delegazione Regionale Siciliana della Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, Distretto di Azione Solidale, Mission Società Cooperativa, I Press.

Articolo su Disabili.com

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Non è una città per carrozzine

Articolo di Lila Madrigali – 08 FEBBRAIO 2016

Non è una città per carrozzine (ma non voglio confinarmi al centro commerciale)

Non è giusto auto-ghettizzarsi in spazi sicuri come i centri commerciali, solo perché le città non sono accessibili. Pretendiamo quello che ci spetta!

Centro commerciale, interno giorno
Un viavai di carrelli, persone, musi allungati dalle code e dalla noia, telefonini, acquisti di ogni natura.  In tutta onestà, i centri commerciali con la loro baraonda di musica pessima sparata nell’aria, i soliti negozi in franchising tutti uguali, l’immancabile fast food ed i bar dal caffè a tutti i gusti tranne quello del caffè a me vanno in uggia anche se ammetto che siano comodi.Fai shopping, spesa alimentare e quant’altro, barriere zero -o quasi-, accessibilità garantita -o quasi-.
Insomma, una spesa in ambiente protetto alla quale è molto semplice abituarsi.
Forse troppo semplice, un’abitudine che ha l’odore di una resa.

Mi guardo attorno: toh, un ragazzo con la carrozzina.
Toh, un altro, fra l’altro la sua quattro ruote è simile alla mia.
Una ragazza in carrozzina elettrica, un nonnino che spinge una nonnina, ancora un’ altra ragazza con una sedia a rotelle supertecnologica.
Mi viene da chiedermi se non ci sia un evento in programma, ma non c’è nessun evento.
Lentamente apro gli occhi e mi rendo conto di ciò che già sospetto da quando ho iniziato ad utilizzare una sedia a rotelle: noi quattroruotati ci riduciamo tutti nei centri commerciali ed abbiamo abbandonato le città.
E’ ovvio che accada una cosa del genere quando in città il parcheggio non è assicurato nonostante gli stalli, i marciapiedi sono un’utopia, le strade un incubo di buche, i negozi inaccessibili e magari ci si metta di contro anche la meteorologia.
Nei centri commerciali non piove e non fa freddo, non ci sono ostacoli, il posteggio è meno difficile da reperire e non ci sono rischi.

Avete mai sentito parlare di “Comfort zone” o zona di comfort? Wikipedia definisce la zona di comfort come “lo stato comportamentale entro cui una persona opera in una condizione di assenza di stress e ansia”  Quindi, l’esatto contrario di ciò che ci offre la città. La soluzione sembrerebbe in tasca: che ci andiamo a fare nelle città quando ci sono i centri commerciali ad accoglierci?
Una parola mi risuona nella mente ed ha una voce assordante: autoghettizzazione.
Nel nostro centro commerciale siamo comodi, conosciamo ciò che andiamo a trovare e non corriamo nessun pericolo. Sfugge però una variabile essenziale per l’esistenza di tutti, che è determinata dall’ignoto. La nostra vita senza ignoto si spegne, lo spirito di avventura si perde e con lui viene a decadere quell’entusiasmo necessario per non piombare in una routinaria tristezza.

Una negoziante mi confessò, il mese scorso: “eh, onestamente non ho tanti clienti in sedia a rotelle”. Anche nella palestra che frequento ci sono solo io. In molte strutture pubbliche non c’è traccia di chi usa una sedia a rotelle:eppure siamo tanti ed esistiamo.
Ci rinchiudiamo all’interno del nostro mondo sicuro perché siamo stanchi di sfide continue, perché non ne possiamo più di lottare persino per fare la spesa o andare al cinema, perché la nostra vita è già dannatamente difficile senza aggiungere altre spezie a questa indigesta pietanza.
Ma così facendo si perde completamente la libertà. E chi può darcela, se non noi stessi? Se non alziamo la voce noi, chi lo farà per noi? Vogliamo essere ascoltati? Iniziamo a parlare.

Riprendiamoci le città, sbattiamo le porte in faccia a chi non ce le apre, piantiamoci davanti ad ogni gradino e chiediamo, chiediamo, chiediamo ad alta voce finché tutti si renderanno conto che la città è un patrimonio che appartiene a tutti.

In disabili.com:

Io non posso entrare (ma il cane sì)

Vita in carrozzina e gli ostacoli “minori”

 

Articolo su Disabili.com